Atto primo
Il neoassunto e il suo tutor
PERSONAGGI
N = neoassunto
T = tutor
D = dirigente scolastico
ATTO PRIMO
Il neoassunto e il suo tutor
Primissimo pomeriggio, nell’atrio di una scuola. Gli alunni, con la loro spumeggiante esuberanza e vitalità, sono appena usciti dopo una intensa mattinata di scuola.
N: Ciao, T, puoi concedermi dieci minuti?
T: Certo, N! Sembri un po’ preoccupato. C’è qualcosa che non va?
N: Hai letto il decreto appena uscito sull’anno di formazione?
T: L’850, quello che era stato annunciato dal comma 118 della Legge 107? Sì, anche tu immagino.
N. Perbacco, se l’ho letto! Devo dire che il decreto affronta varie questioni e definisce una serie di procedure che non mi sono del tutto chiare. Proprio quest’anno dovevano esserci queste novità? Non era sufficiente il mio carico d’ansia, egualmente distribuito fra una scuola nella quale non avevo mai messo piede nei miei dieci anni di precariato, la difficile classe che mi è stata assegnata e, come se non bastasse, il figlio piccolo a casa? Che cosa dovrò aspettarmi? Sarò all’altezza? Ce la farò?
T: Cerca di stare tranquillo, N, vieni, siediti qui accanto a me e raccontami nel dettaglio ciò che ti turba. Vediamo se riesco a rasserenarti…
N. Ma hai davvero un po’ di tempo? Perché le questioni che vorrei chiarirmi sono tante…
T. Sì, sì. Non so se avrò tutte le risposte, ma ci sono e ti ascolto.
N. Allora comincio dalla prima domanda. La faccenda del bilancio iniziale delle competenze. Di che cosa si tratta, secondo te?
T. Il bilancio iniziale è un delle novità introdotte dal DM 850. Vedrai che su come stilarlo ci verranno fornite delucidazioni, forse anche un format da utilizzare. Quello che posso dirti è che si tratta di una sorta di autovalutazione, di un’analisi critica delle competenze possedute e di quelle da potenziare. Tale riflessione potrà servirti, ad esempio, nella scelta dei laboratori formativi che dovrai seguire. L’idea sottesa è quella di indirizzarti verso quelle attività che non ti è capitato di approfondire nel corso del tuo sviluppo professionale. Faccio un esempio: ti conosco da poco, ma ho già capito che sei un asso con il computer e che possiedi robuste competenze digitali, che sono molto apprezzate dai colleghi e soprattutto dai tuoi studenti. Quando si tratterà di scegliere i laboratori da frequentare non ti iscriverai a quello sulle nuove risorse digitali, ma opterai per uno che uno che ti incuriosisce e che potrebbe essere fonte di miglioramento professionale. Ad ogni modo, come hai letto nel decreto, tale bilancio delle competenze andrà tracciato con la collaborazione dei tutor, per cui ne parleremo sicuramente ancora. Sono stata abbastanza esauriente?
N. Direi proprio di sì. Mi fa piacere che i colleghi si siano accorti della mia passione per il digitale e, terminato questo mio anno di formazione e di prova potrei metterla in gioco e condividerla con loro. Che ne pensi?
T. Ottima idea! Io stessa ne trarrò sicuramente giovamento.
N. Bene. Torniamo a noi. Altra questione spinosa. Il patto per lo sviluppo professionale. Devo firmare un contratto con il Dirigente?
T. Anche su questo vedrai che arriveranno ulteriori dettagli e strumenti. E il dirigente stesso te ne parlerà. Poiché sarà stilato sulla base del bilancio delle competenze, ci impegneremo per compilarlo al meglio. È un’altra innovazione del DM 850, quindi ne sapremo sicuramente di più a breve. E da quello che leggo nel decreto, alla fine del tuo anno di formazione e di prova (hai notato che per la prima volta viene definita in maniera chiara e univoca la forte interconnessione fra i due aspetti?), con la mia supervisione (preferirei chiamarla collaborazione) traccerai un bilancio finale delle tue competenze, dei tuoi progressi, dell’impatto delle azioni formative realizzate e degli sviluppi da ipotizzare.
N. Grazie, T., il DM comincia a essere un po’ meno nebuloso, capisco che devo pazientare ancora un po’ e che varie questioni mi verranno chiarite man mano. Approfitto ancora della tua disponibilità e proseguo con i miei dubbi. Durata complessiva delle attività formative: 50 ore, organizzate in quattro fasi. Domanda preliminare: devo farne obbligatoriamente 50? Se a un incontro non potrò andare, ad esempio per impegni inderogabili o perché sarò a casa da scuola con un certificato medico nel giorno in cui è fissato un incontro?
T. In questo caso, N., i tuoi dubbi sono anche i miei. L’articolo 1 del decreto parla di “almeno 50 ore”, sono quindi portata a dire che le ore da svolgere siano effettivamente 50 (di queste, 20 sono di attività on line). Gli articoli 8 e 9 confermerebbero questa mia ipotesi (art. 8: “ogni docente neoassunto… segue obbligatoriamente laboratori formativi per complessive 12 ore”; art. 9: “alle attività di formazione sono dedicate almeno 12 ore”), tuttavia mi auguro che questo punto venga chiarito al più presto, magari nella tanto attesa nota della Direzione Generale per il personale scolastico. Potrei azzardare che le ore di osservazione in classe si possono recuperare e che, per quanto riguarda i laboratori formativi che saranno vari e distribuiti nel tempo, una eventuale assenza potrà essere ugualmente recuperata. Si tratta infatti di attività che avranno un taglio laboratoriale e saranno rivolte a gruppi di una trentina di docenti. Prova a pensare a una provincia medio/piccola come la nostra, che dovrà occuparsi della formazione di circa 300 neoassunti. Saranno attivati indicativamente dieci laboratori e presumo che abbiano una articolazione sufficientemente distesa e distribuita nel tempo, di cui sarete tempestivamente informati.
N. Ti ringrazio, T., anche perché hai anticipato quanto ti avrei chiesto riguardo ai laboratori formativi. Non voglio rubarti troppo tempo. Arrivo subito a un aspetto che mi sembra centrale e professionalizzante, ma che mi causa anche inquietudine e apprensione: l’osservazione in classe, che il DM 850 definisce “peer to peer – formazione tra pari”. Verrai in classe a osservarmi? Che cosa osserverai? Contenuti, metodologie, gestione della classe? Ti anticipo che probabilmente mancherà un po’ della mia solita naturalezza e disinvoltura, perché mi sembrerà di essere valutato e giudicato… Per non parlare poi della visita del dirigente scolastico…
T. Della visita del dirigente non saprei che cosa dirti, N., anche questa è una novità. Per quanto mi riguarda non devi affatto preoccuparti, qui posso davvero rassicurarti ed essere più precisa. Questa modalità di formazione, per quanto innovativa, è infatti già stata introdotta dal MIUR lo scorso anno, per cui partiamo da un’esperienza già significativa. Inoltre qui in Emilia Romagna è stata sperimentata a partire dal 2013-14 e il modello si è poi diffuso e generalizzato sul territorio nazionale, per cui come tutor osservante e osservato ho già due anni di esperienza alle spalle. Concorderemo assieme date, modalità e strumenti, puoi stare tranquillo. Io verrò nella tua classe e tu farai altrettanto con me. Un minimo calo di naturalezza durante l’osservazione dovremo probabilmente metterlo in conto sia tu sua io, tuttavia, vedrai, sarà limitata al primissimo periodo, poi andrai alla grande, N. Il mio compito non è certamente quello di giudicarti, ma di accompagnarti, di sostenerti, di consigliarti, in poche parole di prendermi cura di te. E così farò anche durante il tuo colloquio di fronte al comitato di valutazione.
N. Ecco, immagino che quella sarò la parte più difficile. Su che cosa verterà il colloquio?
T. Avrai sicuramente già letto nel decreto che prenderà avvio dalla presentazione delle attività di insegnamento e formazione e della relativa documentazione contenuta nel portfolio professionale.
N. Ah, già, quello della piattaforma INDIRE.
T. Sì. Come saprai, fino a due anni fa l’INDIRE predisponeva un ambiente digitale, che a dire il vero veniva messo a disposizione in fase avanzata di anno scolastico, al quale i neoassunti accedevano svolgendo una serie di elaborati, ciascuno dei quali faceva maturare determinati crediti che, sommati, contribuivano a decretare il completamento delle attività on-line. Ora la finalità è decisamente cambiata. Si tratta di un percorso centrato sul progetto formativo e scopo della piattaforma è quello di supportare i neoassunti durante tutto il loro periodo di formazione, tant’è che il decreto 850 stabilisce che essa sia predisposta all’inizio dell’anno scolastico. Staremo a vedere. Ad ogni modo, non avrai nessun problema a utilizzare tale piattaforma, la quale è davvero semplice e con le competenze digitali che ti ritrovi sarò io che dovrò imparare da te!
N. Eh, eh! Vedremo… Di’ un po’, T… Se qualcuno trascrivesse questa conversazione e la pubblicasse, ne emergerebbe una figura di tutor saggio, paziente, illuminato e una di neoassunto impacciato, pieno solo di dubbi e insicurezze, con un eccessivo carico di ansia e preoccupazioni!
T. Na no, N, non pensarci neppure! È legittimo e comprensibile che in questo momento tu abbia tante domande e desiderio di chiarirti vari passaggi nel tuo percorso di formazione obbligatorio, ma credimi, il nostro è un dialogo e un rapporto fra pari. Non a caso le attività di formazione reciproca vengono chiamate peer to peer (con una locuzione anglosassone che potrebbe facilmente essere sostituita da analoga espressione italiana, N.d.R.). Avrai modo di farti conoscere e apprezzare. Voglio raccontarti una cosa: due anni fa svolsi la funzione di tutor per una docente che aveva alle spalle più anni di insegnamento di me. Lei 23, io 12, quasi la metà! Situazione insolita e per certi aspetti buffa e paradossale. Ne sapeva più di me ed eravamo entrambe inizialmente imbarazzate. In realtà è diventata una magnifica e inaspettata opportunità di scambio e di confronto reciproco, che ha arricchito in eguale misura sia me sia lei e che ha confermato la mia motivazione a rendermi disponibile a svolgere anche negli anni a venire la funzione di tutor. Infatti eccomi qua. Noto inoltre con soddisfazione come in questo decreto essa sia meglio definita e valorizzata.
N. Fa piacere anche a me che tu abbia una buona motivazione e la tua funzione sia opportunamente ricompensata. Anche perché avrò ancora e spesso bisogno di te. Ad altri chiederò come devo conteggiare i 180 giorni, di cui 120 per le attività didattiche, se l’anno di formazione risulti valido anche per un mio conoscente che ha differito il ruolo per tenere una supplenza annuale su un part time di quattro giorni settimanali, se mia moglie, che quest’anno ha ottenuto il passaggio di ruolo dalla primaria alla secondaria di primo grado dovrà ripetere le attività formative e tante altre cose ancora. Per oggi basta, però e ancora grazie. Ti lascio andare a casa e me ne vado anch’io. Buon pomeriggio!
T. Altrettanto a te, N. A presto, ciao.
Continua…
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