Mi ha sempre affascianato la capacità di vedere oltre degli artisti. La loro caparbia volontà di stravolgere il senso acquisito e rassicurante della visione delle cose per trasporle in un nuovo universo di significati.
Il trasformare un minuscolo frammento "materico" in un tassello che compone un nuovo orizzonte.

In Valeria ho ritrovato tali antichi radici nel loro proiettarsi nel futuro, arricchite di un linguaggio capace di travalicare sia i confini apparenti della materia, che quelli dell'incarnazione delle proprie visioni.

Così Valeria trasforma un desidero nato per arricchire un proprio spazio quotidiano, quello della domus, nella concretizzazione, con un processo maieutico, di un'espressione della propria anima. C.D.