In occasione della Giornata mondiale
della consapevolezza dell'autismo (2 aprile 2019)
raduniamo alcuni testi e video che ci sembrano utili
ad aumentare la conoscenza di questo disturbo
tra bambini, insegnanti e genitori.
PANORAMICA
* La maggioranza degli allievi con disturbi dello spettro dell’autismo ha anche disabilità intellettive
* L'autismo è forse il più enigmatico tra i disturbi dello sviluppo
PUNTI DI VISTA
* Autismo e apprendimento: orientarsi nella complessità
* Autismo e differenze individuali: dalla ricerca alla pratica educativa
* La rappresentazione (fuorviante) dell'autismo nella produzione cinematografica
* L'individuazione precoce dell'autismo
* Comprendere le persone con autismo oltre le apparenze
* Apprendimento della lettoscrittura e autismo: un percorso
L'accoglienza del bambino appartenente allo spettro autistico
* Figli delle fate: un cortometraggio
* La sensibilizzazione nelle scuole per una conoscenza dello spettro autistico
* L'organizzazione della classe
* L'osservazione del bambino appartenente allo spettro autistico
* Il gioco per il bambino con autismo: un volano per lo sviluppo
* Potenziare l'autostima nei bambini appartenenti allo spettro autistico
* Autismo, internet e miracoli: di chi fidarsi?
* Accogliere bambini "speciali"
* Libri come amici
* Contatti speciali
* Il mio piccolo fratellino
Poiché la presenza di disabilità intellettive non è un criterio necessario per la diagnosi di autismo (i criteri riguardano infatti le notevoli difficoltà a livello comunicativo e sociale e i comportamenti stereotipati), si tende infatti a presentare le situazioni “pure” più che quelle caratterizzate da comorbilità. Se questo può avere una sua funzionalità a livello teorico, può risultare tuttavia fuorviante da un punto di vista operativo.
Era un mistero settant’anni fa, quando lo psichiatra austriaco Leo Kanner parlò per la prima volta di bambini colpiti da una “incapacità di interagire con gli altri in modo normale... un isolamento autistico che sembra tagliarli fuori da tutto quello che succede attorno” (Kanner, 1943).
Ed è un mistero anche oggi, nonostante i progressi della ricerca scientifica e l’evoluzione delle nostre conoscenze in materia di psicologia e biologia dello sviluppo.
• Perché questi bambini hanno difficoltà a fare cose semplici come giocare con i coetanei, conversare o condividere l’attenzione e il divertimento con gli altri?
• Perché invece di giocare come fanno gli altri preferiscono mettere oggetti in fila, o far girare ripetutamente le ruote di una macchinina, o una sedia girevole?
• Perché alcuni di loro hanno un’intelligenza e una capacità di linguaggio normali o superiori alla media, mentre altri hanno difficoltà di apprendimento e di comunicazione profonde e, apparentemente, insormontabili?
• Perché l’autismo colpisce molto più spesso i maschi rispetto alle femmine?
Oggi, come ai tempi di Kanner, non siamo in grado di dare una risposta a tutte le domande e alle sfide che l'autismo ci pone. Tuttavia, grazie al recente sforzo della ricerca degli ultimi decenni siamo ora in possesso di nuove conoscenze che ci hanno messo in grado di sviluppare efficaci strumenti di intervento, delineare nuove direzioni di indagini e prendere le distanze da miti e idee infondate sulla sua natura. (...)
Ogni volta che si entra in contatto per la prima volta con un bambino con autismo non possiamo prevedere esattamente come sarà.
• Potrebbe essere un soggetto silenzioso e passivo, che muove avanti e indietro la corda delle tende o un lembo del tappeto, oppure un iperattivo, che appena entrato si mette a correre per la stanza,
schiaccia tutti i pulsanti e gli interruttori presenti e si mette a ridere quando lo inseguiamo per fermarlo.
• Potrebbe essere un bambino che neanche si accorge della presenza altrui, oppure uno che s’interessa subito a noi e ci chiede di giocare con lui.
• Potrebbe non dire una parola, o parlare con un linguaggio perfettamente corretto, avendo però come unico argomento di conversazione la geografia.
• Potrebbe essere un bambino che, anche dopo una conversazione di 10 minuti, continua a sembrare assolutamente “normale”.
(...)
L’autismo non è di per sé un disturbo dell’apprendimento, tuttavia (...) la minore tendenza a osservare e imitare gli altri e la difficoltà a comprendere la comunicazione e le azioni degli altri, ostacolano enormemente i processi di apprendimento fin dalla prima infanzia.
Questo non significa che i bambini con autismo non possano imparare: dobbiamo però insegnare in modo speciale, mettendoci nei loro panni e tenendo conto di tutte le peculiarità che caratterizzano la cognizione e la comprensione del mondo nell’autismo (Vivanti e Salomone, 2010).
Progetto ideato da Eliana Bruno e Walter Paradiso
Figli delle fate racconta il legame speciale tra gli studenti di una scuola elementare e Alice, una loro compagna con autismo.
Lo sguardo intimo adottato si concentra sui momenti in cui si manifestano gesti e atti che danno testimonianza della curiosità, dell’interesse, della solidarietà da parte dei compagni di classe i quali, con i loro interventi vivaci e profondi, sono la vera voce narrante del documentario.
Corto animato: "Mon petit frère de la lune" (il mio fratellino dalla luna) di Frédéric Philibert.
La voce fuori campo di una bambina che descrive in modo chiaro, allegro e poetico i comportamenti del fratellino autistico. Sottotitoli e Traduzione: Giulia Miani e Pamela Caprioli.