Spiedini ai quattro formaggi
INGREDIENTI PER 4 PERSONE
150 g di tuma
150 g di provatura
150 g di ricotta
150 g di primosale
un manciata di foglie alloro fresche
Per friggere
2 uova
farina
pangrattato
olio di oliva oppure olio di arachide
PREPARAZIONE DELLA RICETTA
Per questa preparazione la ricotta deve essere ben asciutta, se necessario la lascio quindi asciugare in frigorifero su vari strati di carta da cucina. Taglio tutti i formaggi a cubotti tenendo conto che in ogni spiedino andrà un cubo di ogni tipo, quindi li infilo negli spiedini alternando ogni cubo con un pezzetto di foglia di alloro. Quando sono pronti, accorcio un po’ gli spiedini, li infarino molto bene e li passo nelle uova battute e di seguito nel pangrattato.
I formaggi, la provatura in particolare, fondono rapidamente a contatto con il calore, quindi, per evitare “fughe” di formaggio in padella, per questi spiedini occorre un rivestimento bello spesso. Allora, dopo l’impanatura li passo nuovamente nell’uovo e nel pangrattato facendolo ben aderire.
Li friggo per 2-3 minuti in abbondante olio molto caldo (180°), li scolo e li passo su un doppio foglio di carta da cucina. Li servo caldissimi.
ABBINAMENTO: Fritture
La maggiore untuosità della frittura suggerisce di scegliere vini dalla corrente di freschezza acida più pronunciata, così da poter ripulire la bocca preparandola al boccone successivo: Blanc de Morgex et de La Salle, Sylvaner, Müller Thurgau, e tutti i bianchi snelli e rinfrescanti funzionano bene con il fritto cosiddetto di mare e anche con quello - più leggero - di verdure. Vanno invece evitati i vini – bianchi e rossi – dal gusto boisé troppo in evidenza: le note dolci, speziate o anche tostate confliggerebbero infatti con il piatto, generando un sapore metallico poco piacevole. Molto riuscito, in particolare con le fritture di carne (anche macinata: polpette) e di formaggi (mozzarella) l’accostamento con rossi frizzanti quali una Bonarda, un Lettere, un Reggiano: la sensibile freschezza acida, unita al potere sgrassante dell’anidride carbonica, controbilanciano adeguatamente la grassezza delle diverse preparazioni. Quanto alle fritture dolci (frittelle, cenci, krapfen, castagnole, eccetera), pure nella diversità di ingredienti, possono essere genericamente ma efficacemente accompagnate da vini dolci di buona o meglio marcata acidità: i Moscato d’Asti più freschi, dei Riesling Beerenauslese.
VINI: Blanc de Morgex et de La Salle, Bonarda Vivace, Lettere, Moscato d’Asti, Müller Thurgau, Reggiano, Sylvaner
* L'indicazione dei vini in abbinamento è per forza di cose generica e privilegia tipologie di facile reperibilità in tutta Italia. Ciò non toglie che per molte ricette tipiche la scelta di vini della stessa regione sia non solo possibile ma addirittura molto raccomandabile.