Questo rapporto vuole trasmettere alla comunità regionale e in particolare alle imprese uno spaccato di cosa è possibile realizzare dedicando risorse alla ricerca industriale nell’ambito delle università e degli enti di ricerca e stimolando la collaborazione di queste strutture con le imprese.
La Rete Alta Tecnologia dell'Emilia-Romagna, costituita da laboratori di ricerca industriale e da centri per l'innovazione, coinvolge le istituzioni accademiche, i centri di ricerca pubblici e altre iniziative pubblico-private o anche esclusivamente private della regione per offrire competenze, strumentazioni e risorse a supporto dell’attività di ricerca e sviluppo e di innovazione delle imprese del nostro territorio.
Ad oggi, sono oltre 1600 i ricercatori coinvolti nei 36 laboratori finanziati con l’ultimo intervento, quello sostenuto dalle risorse POR FESR 2007-2013. A questi vanno aggiunti i ricercatori e gli operatori del trasferimento tecnologico delle ulteriori 52 strutture accreditate, 39 delle quali come laboratori, e 13 come centri per l’innovazione.
La Rete, con la sua organizzazione per piattaforme tecnologiche, rappresenta quindi una imponente infrastruttura di conoscenza a servizio del sistema produttivo, distribuita su tutto il territorio e in grado di servire trasversalmente quasi tutti i settori industriali; sicuramente quelli che la Regione ha individuato come prioritari nell’ambito della “Smart Specialisation Strategy”, alla base della prossima programmazione dei Fondi Strutturali. Sicuramente, si può dire che è stato sviluppato un approccio alla ricerca industriale e alla sua diffusione che si ispira ad esperienze internazionali, ma che mantiene una sua originalità e specificità, in quanto riesce a combinare: agilità operativa, grazie alla dimensione quasi mai elevata delle strutture; qualità scientifica, grazie al collegamento strutturale con gli enti di appartenenza; possibilità di massa critica, attraverso l’aggregazione in piattaforme; multidisciplinarità e intersettorialità, grazie alla possibilità di elaborare progetti complessi che possono coinvolgere diverse competenze.Vista nel quadro delle strategie europee, la Rete rappresenta un filtro tra la dimensione scientifica e la dimensione produttiva. In particolare essa può svolgere il ruolo di rielaborare, anche in forma multidisciplinare, le cosiddette Tecnologie Abilitanti Chiave (Key Enabling Technologies), in termini di ricerca applicata a fini industriali e verso specifiche soluzioni tecnologiche. L’azione della Rete è quindi bidirezionale: rispondere alla domanda di ricerca e di innovazione delle imprese, anche contribuendo alla formulazione corretta degli obiettivi di innovazione; sviluppare soluzioni precompetitive in termini di prototipi/dimostratori, caratterizzazioni, protocolli, con deposito o meno di brevetti.
Questa capacità di orientare e anticipare i percorsi di innovazione può rafforzarsi soprattutto attraverso lo sviluppo di rapporti di collaborazione tra le imprese e i laboratori e il supporto dei centri per l’innovazione.Grazie al cruscotto della ricerca, lo strumento predisposto per monitorare i contratti sottoscritti dai soggetti appartenenti alla Rete con le imprese, sono stati raccolti dati rilevanti sulla performance della Rete in termini economici, occupazionali e di sviluppo del territorio.
Al 31 dicembre 2013 erano 1547 per un valore economico di oltre 115 M€, il 43% dei quali sostenuti da fondi propri dei committenti, senza cofinanziamento pubblico. L’offerta di ricerca, le competenze, le attrezzature e le strumentazioni presenti nei laboratori delle Rete sono state raccolte in due importanti strumenti on-line aperti alle imprese: il Catalogo della Ricerca e il Database delle Attrezzature, che sulla base di regolamenti approvati dai rispettivi enti su richiesta della Regione, sono accessibili alle imprese e a tutti i laboratori e centri.A questi si aggiunge ora il Technology Report, che raccoglie un elenco di risultati concreti della collaborazione tra i laboratori della Rete Alta Tecnologia e le imprese: 55 primi esempi nell’ambito delle diverse piattaforme, che mostrano come la ricerca industriale può rispondere alle esigenze di innovazione del tessuto produttivo.Questo primo rapporto è strutturato per schede tecniche che spiegano, per le varie piattaforme, le soluzioni tecnologiche sviluppate in termini chiari, sintetici e con un linguaggio rivolto alle imprese e agli altri utilizzatori dei risultati, non al mondo dell’accademia e delle pubblicazioni scientifiche, che comunque possono nascere da questi lavori.E’ un rapporto che non si basa sull’autodescrizione delle competenze potenziali dei laboratori e dei loro gruppi di ricerca, ma su quanto è stato concretamente realizzato attraverso il lavoro dei ricercatori in questi ultimi anni.