L'Italia delle mille pizze
di Camilla Micheletti
E se invece di pizza si parlasse di "pizzitudine"? Spieghiamoci meglio: quella che nell'immaginario comune è la pizza – un disco di pasta lievitata, condito con pomodoro, olio e mozzarella – è solo una delle tante modalità in cui è stato interpretato il più famoso cibo di strada italiano. Un cibo che nasce da ingredienti semplici, informale, confortevole e, cosa non da poco, proposto a un prezzo sostenibile.
La focaccia genovese, la torta di ceci toscana e la pitta calabrese avevano tutte la stessa funzione della pizza piegata "a portafoglio" che si poteva mangiare tra i vicoli di Napoli: sfamare le persone con pochi spiccioli, e farlo con un cibo buono e sano.
Quando pensiamo al concetto di “pizza” facciamo un’astrazione: la pizza è un ideale a cui tendere, e lo stesso si potrebbe dire dell’abbinamento che con la pizza si sposa per eccellenza: la “birretta”. Sta a noi applicarle ai diversi luoghi e ai diversi contesti che hanno contribuito a sviluppare il nostro straordinario patrimonio gastronomico.
Dallo spuntino con la pizza a taglio alle versioni estremamente costose come la pizza gourmet con la scaloppa di foie gras, seguiteci in questo breve censimento – certamente soggetto ad ampliamenti – tra i vari modi in cui gli italiani hanno imparato a declinare l'idea, sempre mutevole, di pizza.
IL GRANDE CLASSICO: PIZZA NAPOLETANA
Si potrebbero scrivere libri sulla pizza napoletana, che non è la pizza con le acciughe e i capperi che compare sui menù delle pizzerie di tutto il mondo. La vera pizza napoletana, che è tutelata anche da un’associazione (link:http://www.pizzanapoletana.org/), deve avere la consistenza di una nuvola, con il cornicione alto e alveolato, il pomodoro giusto e il fiordilatte.
Deve essere digeribile e non deve assolutamente far venire sete. Oggi ottime pizze napoletane si trovano anche fuori dal territorio campano, anche se mangiare una pizza “a portafoglio”, ovvero ripiegata su se stessa, con vista sul Golfo di Napoli, fa tutto un altro effetto.
Birra consigliata: bock, birre a bassa fermentazione
COMFORT FOOD: PIZZA A TAGLIO
Quante volte è capitato di avere quella fame che non può essere scacciata da un semplice spuntino? In quei casi l’ideale è qualcosa di sfizioso, comodo, veloce e sempre confortevole: la pizza a taglio. Diffusa un po' in tutta Italia, la pizza a taglio è più alta e compatta della sua cugina napoletana e trova la sua patria d'elezione a Roma. Nella Capitale sono nati anche i primi esperimenti di pizza a taglio gourmet. Solo che in questo caso a lievitare, oltre all'impasto, è anche il prezzo.
Birra consigliata: lager
SUBALPINA: PIZZA AL PADELLINO
Per i torinesi un’istituzione, tanto che oggi il derby della pizza in Piemonte è giocato tra questo grande classico subalpino e le tante buone pizze d'ispirazione campana portate dagli immigrati che si sono trasferiti in Piemonte dal sud Italia.
Chiamata anche "al tegamino", la pizza al padellino ha un diametro piccolo (quello del tegame in cui viene preparata), è abbastanza alta, grazie alla doppia lievitazione dell'impasto, e ha un bordo quasi fritto, merito dell'abbondante olio di cui viene ricoperta.
Birra consigliata: Ale, birre ad alta fermentazione
VERSATILE: FOCACCIA GENOVESE
Spuntino, aperitivo e persino colazione, la fugassa è sempre una garanzia. Che sia inzuppata nel caffellatte, usanza che i non liguri faticano ad accettare, o consumata da sola, la focaccia genovese deve essere sottile, morbida dentro e croccante fuori, nonché inondata di olio. Avvertenza: difficilmente sopravvive ai lunghi viaggi, è consigliabile mangiarla appena sfornata.
Birra consigliata: blanche
PASQUALE: PIZZA AL FORMAGGIO
In Umbria e nelle Marche sopravvive la tradizione di preparare, nel periodo pasquale, questa particolare pizza al formaggio. Dalla forma simile a un panettone e dall'inconfondibile sapore di formaggio (vengono usati il pecorino e il parmigiano), questa pizza – chiamata anche “crescia” o “formella” – veniva cotta tradizionalmente in tegami di coccio alti e svasati, oggi sostituiti dal più pratico alluminio. In alcune zone, come a Offagna, in provincia di Ancona, è ancora viva l'usanza di preparare la pizza al formaggio in casa e poi portarla a cuocere dal panettiere del paese.
Birra consigliata: weizen
CONTESA: FARINATA E CECINA
La torta ottenuta dalla farina di ceci è originaria della costa che va da Savona fino all'alta Maremma. Chiamata farinata in Liguria, dove si serve croccante e ricca di olio, e torta di ceci, o cecina, in Toscana, dove è più alta e morbida, si mangia da sola o accompagnata con il pane, nella versione "5 e 5", nome che deriva da periodo in cui torta e pane costavano entrambi 5 lire.
Birra consigliata: lager
CAMPANILISTA: FOCACCIA COL FORMAGGIO DI RECCO
Tanto legata alla città di Recco da aver dato vita a una specifica denominazione (Focaccia di Recco IGP: link http://www.focacciadirecco.it), questa focaccia viene servita calda, ripiena di morbido formaggio e condita con abbondante olio. È ottima anche nella versione "pizzata", con pomodoro e origano. Famosa è la rivalità tra due storici locali di Recco, “Manuelina” e “Da o Vittorio” che si contendono l'invenzione della famosa focaccia.
Birra consigliata: pils
CASERECCIA: FOCACCIA BARESE
Anche se ci sono almeno quattrocento ricette casalinghe per preparare la focaccia barese, la versione più famosa è quella di semola di grano duro rimacinata, farcita con i pomodorini e l'origano. Allegra e bella da vedere, questa focaccia, come la focaccia di Recco e la pizza napoletana, è tutelata da uno specifico Consorzio. (link: http://www.lafocacciabarese.it/)
Birra consigliata: blanche
SOSTENIBILE: PITTA CALABRESE
Le pitte sono le piccole pizze calabresi che si preparavano con l'impasto del pane che avanzava durante i giorni di festa. Come nel pane, non si aggiungono condimenti e il risultato sono focaccine ottime per essere farcite con i salumi. Nella zona di Catanzaro si usa accompagnarle con un piatto tipico, il morzeddu, a base di polmone, fegato e milza.
Birra consigliata: lager
FRIABILE: FOCACCIA ALLA MESSINESE
Le alici, la scarola, la mozzarella e il pomodoro sono gli ingredienti che farciscono questa pizza, diffusa nella provincia di Messina. A differenza della pizza tradizionale, l'impasto è solitamente molto alto, fino ad arrivare a superare i 3 centimetri. Il risultato è una focaccia spessa, che si ricorda per la sua friabilità. Birra consigliata: abbazia
RICERCATA: PIZZA GOURMET
Novità degli ultimi anni, la definizione di pizza gourmet si applica non solo a quelle pizze prodotte con ingredienti di qualità, ma soprattutto alle interpretazioni in versione deluxe delle classiche margherita, marinara e quattro stagioni. Può accadere, quindi, di fare una cena-degustazione a base di tranci di pizza ricoperti da foie gras, astici o Patanegra.
Birra consigliata: ale, birre ad alta fermentazione
DIVERSAMENTE PIZZA: TRAPIZZINO
Il Trapizzino è legato indissolubilmente al nome del romano Stefano Callegari, padre della felice invenzione. Si tratta di un ibrido tra la pizza e il tramezzino: un triangolo di pasta di pizza ripieno di ricette tipiche romane, dal bollito alla picchiapò alla coda alla vaccinara. Nato nel 2008 è diventato marchio registrato, è un felice esempio di come il concetto tradizionale di pizza sia in continua evoluzione. Birra consigliata: abbazia, birre ad alta fermentazione
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